Ciao Roberta e benvenuta su Suoni del Silenzio...
Ti definisci più Clown trampoliera o performer in installazioni, vestita da Barbie fetish? Nessuna di queste tre cose e nello stesso tempo tutte e tre. Sono mie vecchie esperienze fatte nel corso degli anni passati e che ormai ho interiorizzato. Fondamentalmente sono una cantautrice, anche se mi diverto ogni tanto a “performare”.
Tu provieni da una forte esperienza teatrale, quanta teatralità eporti nella tua musica? Ho lavorato come attrice per il Teatro Kismet per molti anni e in seguito con l'esperienza Quarta Parete mi è piaciuto unire il teatro alla scrittura e alla musica in un concerto che era un vero e proprio videoclip dal vivo in cui i due cantanti agivano con oggetti, movimenti e travestimenti mentre cantavano.
Ora che invece giro suonando anche la chitarra, che mi costringe nei movimenti, questa teatralità l' ho voluta conservare nella scrittura delle canzoni e nell' interazione col pubblico.
Tu sei anche la voce dei Fiamma Fumana, con loro hai cantato nei più prestigiosi festival europei e americani, cosa ti differenzia dal tuo lavoro solista, confronto alla tua band? I Fiamma Fumana erano un progetto nel quale ero stata chiamata a collaborare, quindi nato dall' idea di qualcun altro.
Per forza di cose molto diverso dalla Carrieri cantautrice. In quest'ultimo caso sono autrice di tutto quello che faccio. I Fiamma erano un gruppo di musica elettronica misto al folk con testi spesso in dialetto emiliano io invece sono fondamentalemnte una one girl band barese che canta in italiano accompagnandosi con chitarra acustica e ukulele. Due mondi molto diversi tra loro.
Con i Fiamma Fumana hai partecipato al film documentario "Di Madre in Figlia" prodotto da Davide Ferrario, in anteprima al Toronto Film Festival nel 2008 e presentato poi al Torino Film Festival, parlaci di quella esperienza...Essere in Tour negli Stati Uniti con le Mondine ( Il Coro delle Mondine di Novi, per la precisione) è stata già di per se un esperienza di grande intensità umana.
Le Mondine, madri e figlie allo stesso tempo, sono donne con un vissuto e una forza peculiari e rappresentano l' icona della donna nella sua essenza più toccante e universale. Tra le prime donne lavoratrici nella storia. Il regista Andrea Zambelli ( con la produzione di Davide Ferrario) ha voluto seguirci in questa avventura e documentarla raccogliendo durante il viaggio le storie delle Mondine, ne è venuto fuori un film emozionante e nello stesso tempo fresco ed ironico.
Nella tua carriera ci sono state molte collaborazioni, quale ricordi con particolare piacere e se ci sono dei rammarichi per non avere fatto qualcos'altro...? Nessun rammarico mai. Generalmente e fortunatamente mi capita di fare esattamente quello che voglio..credo di essere molto caparbia e i risultati arrivano cosi naturalmente che neanche mi accorgo di aver lottato! Ricordo con piacere tutte le collaborazioni perchè più che collaborazioni si trattava di incontri e quindi qualcosa di molto stimolante che mi ha arricchita sia dal punto di vista umano che professionale.
Nel 2009 esce il tuo primo album solista "Dico a tutti così" (X-Beat/Goodfellas), un album pieno di collaborazioni, giusto per citarne qualcuno Rodrigo D'Erasmo (Afterhours), Davide Toffolo (Tre Allegri Ragazzi Morti), cosa ti ha spinta a collaborare con questi artisti e parlaci un po' della realizzazione del disco..?
Ricordo che lo studio dove lavoravamo al disco ( che era lo studiolo milanese di Cesare Basile e Luca Recchia ) era diventato una fucina creativa di incontri e di amici che passavano a trovarci e lasciavano il loro bellissimo contributo musicale.
Le ospitate sul mio primo disco sono nate cosi. Mi ero da poco trasferita a Milano e sono una persona particolarmente socievole quindi in breve tempo avevo fatto amicizia con tutti i musicisti che in quel periodo bazzicavano Milano. Interagire con loro è venuto naturale ed è stato divertente.
Nel 2010 inizi la collaborazione con Davide Van de Sfroos che sfocia poi nella canzone "Dove non basta il mare" contenuta in "Yanez" e nell'omonimo tour teatrale di cui tu sei ospite speciale, parlaci di come è andata...
La collaborazione con Davide è nata per una serie di simpatiche casualità. Un giorno Peppe Voltarelli, ( cantautore calabrese e mio grande amico) mi ha chiesto una chitarra in prestito per partecipare a uno spettacolo di Van De Sfroos e quando glie l' ho portata in teatro per il check, Davide mi ha chiesto se suonavo anchio e mi ha invitata direttamente nel suo spettacolo per tre canzoni, senza neanche conoscermi! Poi un giorno avevo un concerto a Cantù e “I Van de Sfroos” erano a provare i pezzi per il disco Yanez proprio nel posto dove mi ospitavano a dormire quella notte, quando Davide l' ha saputo mi ha chiamata e mi ha chiesto di passare di lì un po' prima nel pomeriggio, prima del mio soundcheck, per provare a vedere se veniva fuori qualcosa di interessante con la mia voce sulla canzone “Dove non basta il mare”, è cosi è stato. E' venuto poi automatico che lo seguissi in tour.
Poi è arrivato il tempo di "Relazione Complicata"distribuito da Self l’album, composto da tredici tracce inedite, contiene il brano “S. Pietro”, scritto da Davide Van de Sfroos, una collaborazione sempre più intensa... Negli ultimi giorni dell ultimo tour con Davide ho ricevuto questo suo bel regalo, la canzone S.Pietro. Avevo già terminato la produzione di "Relazione Complicata" ma ho deciso di inserire il brano lo stesso perchè mi piaceva l' idea di ricambiare questo dono.
“Relazione complicata” affronta con leggerezza ed ironia il tema delle dipendenze affettive, traendo ispirazione dal libro “Donne che amano troppo” della psicoterapeuta americana Robin Norwood, come è nata questa idea? E' nata di seguito alla lettura di questo libro appunto. Mi sono molto divertita a scrivere canzoni “a tema” traendo ispirazione da storie raccolte in giro, miste a mie esperienze personali, sul tema degli amori difficili.
Nell’album vi è la partecipazione della band rockabilly Rock’n’Roll Kamikazes, (gruppo capitanato dell’ex frontman degli Hormonauts Andy Macfarlane) e della band brasiliana Selton, posso permettermi di dire che la tua vita artistica insegna che le collaborazioni sono essenziali forme di policultura umana?Tu come la vedi? Grazie per quello che dici. Sono nomade e viaggiatrice per indole, quindi curiosa degli incontri, umani e culturali, perciò mi diverto a sperimentare con questi incontri e vedere cosa succede! E devo dire che succede sempre qualcosa di molto interessante.
I tuoi progetti futuri? ..sto già scrivendo nuove canzoni..i miei progetti futuri sono scrivere tanto e fare tanti concerti, niente di nuovo se non le canzoni e i posti.
Tu sei pugliese quanto ti ha dato la Puglia a livello artistico, cosa serve per migliorarla a livello culturale, ma soprattutto se c'è qualcosa che ti ha fatto mancare nel tuo percorso come professionista? La Puglia mi ha regalato un attitudine genuina, spontanea e aperta allo scambio, che voglio conservare con cura (oltre che una certa passione per la buona cucina! ). Sono andata via dalla mia terra per sete di avventura e non perchè mi mancasse qualcosa. A posteriori però mi accorgo di quanto, a volte, anche solo per ragioni geografiche ( l'italia è stretta e lunga) e logistiche, la mia città, Bari, tenda ad essere un microcosmo autosufficente, un po' lontano dal resto del mondo. Ma credo che le cose stiano cambiando un po' ora che le comunicazioni si sono velocizzate ( internet, voli lowcost, etc..). Grazie per il tempo che mi hai concesso a presto… grazie a te! Intervista a cura di Antonio Javier Di Lena